Il
26 settembre del 1991 durante la staffetta televisiva Maurizio Costanzo Show e
Samarcanda di Michele Santoro si consuma uno degli episodi più drammatici della storia recente del nostro sventurato paese: un ancora giovane democristiano
Totò Cuffaro attacca prepotentemente la magistratura alla presenza del magistrato
Giovanni Falcone ed il "giornalismo mafioso" di
Maurizio Costanzo. (L. Sciascia indicava proprio nello stato d’animo di eccessivo orgoglio, di
prepotenza e di superbia, gli indizi per riconoscere i presunti "uomini d’onore"). Il magistrato Giovanni Falcone verrà ucciso pochi mesi dopo la trasmissione nella
strage di Capaci, il
23 maggio 1992; il suo collega
Paolo Borsellino poco dopo, il
19 luglio 1992; Maurizio Costanzo scamperà invece alla morte nell'attentato di via Fauro del
14 maggio 1993, reo di essere un giornalista in prima linea contro la Mafia (Maurizio Costanzo bruciò in diretta una maglietta con scritto "Mafia made in Italy") e pagando la sua amicizia con Giovanni Falcone ospite frequente delle sue trasmissioni.
La suddetta trasmissione televisiva del 26 settembre 2009, alla luce dei fatti cronologicamente riportati, è il documento storico più importante a disposizione dei contemporanei per capire il linguaggio della mafia e vede tra gli astanti anche una sconcertata Rita Dalla Chiesa (nel video, riferendosi al discorso di Totò Cuffaro la si vede mormorare "
è pazzo"), figlia del Generale
Carlo Alberto Dalla Chiesa assassinato dalla Mafia 10 anni prima, il
3 settembre 1982;